Che un libro sia prezioso lo scopriamo già notand la durabilità del progetto.
Una notte di Komako Sakai è uscito ormai 23 anni fa ma è un libro senza tempo. La storia scorre fra le pagine inquadrata da una cornice nera. Sembra di assistere su uno schermo alle scene di un film o meglio di poter entrare in punta di piedi dentro un sogno. Questo albo infatti ha tutte le qualità del sogno, quello che ci fa visita nel dormiveglia in cui realtà e fantasia si mescolano e si confondono. Il formato è quello orizzontale di molti albi giapponesi, accoglie le doppie pagine in cui le figure si srotolano come un emakimono, il rotoli in carta washi antenato dei libri in Giappone. La copertina ci racconta già che troveremo una storia speciale e chi saranno i nostri protagonisti. Ci incuriosisce senza rivelare.

I risguardi hanno il giallo luminoso delle stelle disegnate dai bambini e sono ricamati da sagome nere che ci offrono altri piccoli indizi sulla storia e ci ricordano certe figure di Dick Bruna.

L’albo inizia nella cameretta di un bambino, luogo di gioco e di riposo, rifugio e nascondiglio. Il protagonista non ha nome, rappresenta tutti i piccoli lettori che stanno per lasciare la mano della mamma per addormentarsi. La coperta è rimboccata, accanto a lui c’è il suo orsetto, vediamo solo le mani della mamma e lo ascoltiamo mentre inizia il suo racconto. Il racconto di una visita speciale ricevuta nel cuore della notte. Sembra che il piccolo voglia dilatare quel momento, un momento di confidenza e coccole, prima di lasciarsi per la notte.

Giriamo pagina e siamo catapultati dentro alla narrazione di questa visita che è una fantasia e che diventerà un sogno. Il piccolo orso Yorukuma è un orso della notte, ha perso la sua mamma e chiede aiuto.

Il bambino lo consola come sa, offrendogli una carezza e una macchinina e poi lo accompagna a cercare la mamma nei luoghi conosciuti che però di notte sono diversi. L’atmosfera è irreale e surreale, quasi pop nei colori potenti del giallo e del blu.
È forse la trama dei sogni?

Probabilmente si, perché in questa avventura si può uscire di notte e camminare in equilibrio sui fili della luce.

Mamma orsa però non si trova e Komako Sakai disegna due pagine forti e piene di pathos come sono i sentimenti dei bambini. La paura di aver perso la mamma ha una tinta scura e le lacrime sono grandi, pesanti, nere e disperate.

Ma nel buio più nero ecco arrivare una stella cadente in soccorso, è attaccata alla canna da pesca della mamma di Yorukuma che, in quanto orsa della notte, era solo andata al lavoro… a pescare il pesce!

Qui abbiamo un twist nello svolgimento della storia, un cambiamento di punto di vista e di voce narrante. È mamma orsa che ci parla. Prende in braccio i due piccini e mentre li porta a casa racconta cosa si farà l’indomani. Poi li mette a letto.

Di nuovo siamo in una cameretta, il bambino ha le coperte rimboccate e di fianco a lui c’è Yorukuma.. pensavano di essere a casa degli orsi e invece siamo tornati a casa del protagonista. Capiamo che mentre raccontava la storia al piccolo si chiudevano gli occhi, il sonno prendeva il sopravvento e così è la mamma che finisce il racconto sovrapponendo la sua voce a quella di mamma orsa. E finalmente il piccolo si è addormentato, insieme al suo orsetto.

Komako Sakai muove i fili di due livelli paralleli che si intrecciano nel racconto e con una regia sapiente ci conduce per mano nella mente dei bambini, nella fantasia travolgente che tutto può, nei sentimenti che sono potenti e definitivi. Riconosciamo già da questo suo secondo lavoro la capacità di raccontare l’infanzia e tratteggiare con delicatezza le forme e le posture infantili. Il segno non è ancora quello maturo della Sakai che conosciamo, ma questo albo è un classico e un bestseller in Giappone. Un libro della buona notte. Un albo da tenere sul comodino, un albo da conservare nella bibliotechina della scuola dell’infanzia.

L’attesa del buio che incontriamo quando chiudiamo gli occhi, la paura di addormentarsi e lasciare la mano della mamma sono tratto comune nell’infanzia. Incontrare un piccolo orso parlante, camminare sui fili della luce, abitare una città notturna sospesa in un’atmosfera che è quella dei sogni, essere raccolti da una stella, sono le chiavi poetiche che ci consegna Komako Sakai raccontandoci una storia indimenticabile da leggere e rileggere prima di dormire.

Con Una notte (Yorukuma nella versione originale giapponese del 1999) Komako Sakai ci dona un piccolo capolavoro e ci ricorda che le storie ci possono accompagnare e tenere per mano fornendoci uno sguardo alternativo.

Clicca qui per una piccola chicca sulla pagina Instagram di kira kira, ovvero l’apparizione di questo albo in un bellissimo film giapponese, Le ricette della Signora Toku.

Una notte è pubblicato da kira kira edizioni.